L'artigianato, una parola, un oggetto

"...una volta qui era tutto artigianato" e prima delle produzioni industriali tutto era davvero fatto a mano

 

La capacità di distinguere

Prima di leggere, in questo preciso istante, guardati intorno.

Quante cose che ti circondano potresti definire fatte a mano, cioè NON create in serie? Considerando che oggi l'artigianato non è più presente nel nostro quotidiano ed è spesso una parola usata impropriamente, siamo sicuri di saperlo riconoscere? Quanti oggetti di artigianato possediamo? Un prodotto di artigianato è realizzato manualmente, fatto con il supporto di utensili idonei allo scopo e ha generalmente una funzione specifica di utilizzo. Per ritrovare nella nostra memoria un frammento di artigianalità vera, dobbiamo pensare alla generazione che ha vissuto il periodo ante guerra.

In molte realtà domestiche si confezionava ancora qualche abito o accessorio, rigorosamente nella forma suggerita dalla moda di quel decennio. Il cappotto della nonna/bisnonna confezionato dalla sarta di quartiere, fatto con un buon tessuto in lana, era artigianato vero. Si cominciava con la materia prima, per esempio il tessile: naturale e di qualità, cucito da una persona capace. Ottanta anni fa questa confezione artigianale era ancora considerata normalità.

Ora, nell'epoca della fast fashion, un cappotto di lana cucito su misura lo chiamiamo lussoOggi una camicia, un libro, un mobile di falegnameria, un utensile di cucina, possono essere oggetti preziosi o capriccio consumistico usa e getta. Il supporto della tecnica ha avuto un peso, nell'alleggerire fatiche, ottimizzare il tempo ma anche cancellare l’esercizio e la capacità di usare le mani. 

 

L’artigianato nella storia

Analizzando i manufatti nella storia, riflettiamo sulla quantità di oggetti fatti a mano indispensabili nella vita quotidiana. Partendo dalla preistoria, già nel neolitico il primo utilissimo manufatto dall'uomo è stato l'intreccio delle fibre (che poi ha dato origine al tessile). Spicca in epoca classica la bellezza del vasellame dell'antica Grecia. Roma antica con il suo trionfo di materie prime di importazione il fiorente commercio e le sue botteghe. Il medioevo è l'epoca delle corporazioni - ormai influenti. Nel Rinascimento ecco la prima distinzione importante fra artigiani e artisti, la pittura e l'architettura si elevano con il perfezionamento delle tecniche creative. Il '700 è l'epoca della nascita delle scuole d'arte e mestieri, infine l'ottocento porta una rivoluzione - in ogni senso. L'artigianato nell’800 lascia il passo alle produzioni seriali.

 

Il valore di una parola

L'artigianato “vero” è un lavoro severo, è conoscenza della tecnica e della materia prima, è capacità manuale, esercizio costante, coerente con la funzione finale dell'oggetto.

Il risultato curato nel dettaglio esprime al meglio la natura del prodotto. La personalità dell'esecutore è visibile, riconoscibile, senza che la parte creativa sia dominante. L'artigianato esprime anche il carattere di un luogo quando utilizza materie prime locali. Un manufatto che comunica tutto questo è sostanza, valore.

 

In conclusione

Questo è per me l'artigianato (non quello artistico o fintamente ornamentale) e ne sento la mancanza, si è vero, mi esprimo con la malinconia agé di chi dice: "guarda ragazzo, una volta qui era tutta campagna!" Insisto, in un'epoca dove non si ha più una confidenza con oggetti "originali" riflettere sul vero significato, distinguere e usare la parola artigianato in modo appropriato è fondamentale.

La storia ci racconta che un tempo era tutto fatto a mano... da sognatrice, spero nel parziale recupero dell'artigianato vero (quello contemporaneo e non anacronistico) credo nella sua forza o almeno spero nell'uso corretto di questa parola meravigliosa. 

 Alessandra

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