Guado: storia di un colore naturale

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Il guado è il pigmento naturale ottenuto dall'Isatis tinctoria, storicamente usato in Europa per tingere tessuti e filati.

Per seimila anni l'uomo ha usato le piante per tingere. Solo da poco più di un secolo, dalla scoperta del colore artificiale, questa pratica magica è andata perduta. Tra tutti i colori naturali ormai dimenticati a causa della scelta quotidiana dei colori artificiali, il guado ha una storia particolare, che ci porta a riflettere sul recupero di antiche tradizioni e presenta diversi elementi quali un forte simbolismo, la storia dell'agricoltura, dell'arte e del costume.

 

Guado Urbino si trova nel territorio dove per quattrocento anni si è coltivato e raccolto il guado.

Nel Ducato di Urbino, precisamente nell’area appenninica, per secoli si è coltivata intensivamente la pianta del guado. Tracce importanti della coltivazione e della lavorazione sono date dalla presenza di molte macine da guado disseminate nel territorio. Numerosi documenti narrano del controllo sulla coltivazione, raccontano di come il Ducato sia stato fino al 1600 un distretto di coltivazione importantissimo.

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Il colore della morte e del nemico

L'Isatis tinctoria, conosciuta con il termine "guado", è una pianta della famiglia delle brassicacee, è di origine asiatica e fu quasi certamente introdotta nell'area europea già nel Neolitico. Tra le piante coloranti, il guado era l'unica utile per tingere i tessuti di blu. I greci e i romani non amavano il blu: lo associavano al colore della morte e lo identificavano con le popolazioni barbare...

Il colore del divino e della nobiltà

Dal 1200 in Europa il blu guado - applicato ai tessuti - divenne il colore della "divinità celeste", del prestigio, della nobiltà. A raccontarci l'uso e la preziosità di questo colore nell'abbigliamento, sono i dipinti e i ritratti che illustravano (tra il 1200 e il 1600) personaggi nobili e figure religiose che indossavano abiti, manti, accessori blu guado. I pittori raffiguravano persone vestite con tessuti tinti di guado, ma utilizzando pigmenti minerali che imitavano il più possibile la tonalità del tessuto tinto naturalmente: usavano per esempio lapislazzuli e azzurrite.

Il guado scompare

Nel 1600 l'indaco viene importato in Europa dall'Oriente: è una pianta utile per la tintura in blu, particolarmente conveniente per resa e costi. La coltivazione del guado cessa bruscamente, soppiantata dall'importazione dell'indaco: è la prima globalizzazione che distrugge l'economia e la tradizione autoctona.

Henry William Perkin cambia definitivamente la storia del colore

Nel 1856 Perkin scopre il primo colore sintetico. Per soli 164 anni, non sono più stati usati coloranti naturali nella produzione di tessuti, ma solo coloranti chimici industriali. Non è strano che un'innovazione così travolgente eppure così recente ci abbia fatto dimenticare quanto sia stata importante la natura?